Il dualismo vittima-carnefice: Non è un lavoro per ragazze di Sakuraba Kazuki

Dopo la pubblicazione, nel 2006, del romanzo nipponico Red Girls, Sakuraba Kazuki pubblica un nuovo testo che rovescia completamente il dualismo di vittima e carnefice raccontando una storia adolescenziale piena di rabbia e isolamento.

“In seconda media, a tredici anni, la sottoscritta Onishi Aoi ha ucciso due persone. Una, durante le vacanze estive. L’altra, durante quegli invernali. Nel farlo, ho capito che uccidere non è un lavoro per ragazze.”

Onishi Aoi e Miyanoshita Shizuka sono due adolescenti che abitano su un’isola giapponese, un luogo che le separa dal mondo esterno e che rende le loro vite monotone e prive di stimoli. Aoi appare una ragazza ricca di umorismo e piena di amiche, che trascorre le sue giornate passeggiando o giocando ai videogames, mentre Shizuka è la nipote di un ricco imprenditore dell’isola e viene rispettate da tutti nonostante le sue stranezze. Infatti, Shizuka a scuola si mostra come una topo da biblioteca, è silenziosa e anonima, ma fuori casa si veste da gothic lolita ed è attratta da situazione macabre e misteriose.

Ciò che lega le due ragazze è una storia familiare complessa e fatta di abusi, violenze e lutti. Aoi ha perso suo padre quando era piccola e ora convive con sua madre e il suo compagno, un uomo alcolizzato e violento che la terrorizza. Shizuka, invece, non ha più i suoi genitori e vive a casa del suo ricco nonno insieme a suo cugino, anche lui orfano.

Tutto cambia quando le due amiche confessano di non sopportare più la propria situazione familiare e ammettono di aver pensato che la loro vita sarebbe migliore se gli adulti cattivi della loro vita morissero. Questo scambio prende una direzione precisa quando Shizuka propone di aiutare Aoi ad uccidere il suo patrigno chiedendole di fare lo stesso per lei, aiutandola ad ammazzare la persona di cui ha paura.

Ma come possono riuscire a uccidere qualcuno due ragazzine? Di chi ha paura Shizuka?

Perchè leggerlo?

Con una scrittura completamente diversa rispetto al precedente romanzo, Kazuki riesce a trasmettere tutta l’angoscia e la confusione adolescenziale che, a volte, scatena situazioni estreme e pericolose da cui sembra impossibile uscire. Il rischio fa paura, ma l’immobilismo risulta ancora più pericoloso.

Kazuki ci regala un romanzo di formazione breve ma intendo, dalle tinte dark, in cui si concentra sull’aspetto psicologico della mente adolescenziale, fatta di rabbia e confusione. Durante la storia ci parla di insicurezze, relazioni, abusi e turbamenti emotivi che restano sempre inascoltati. Riuscire a comunicare con gli adulti sembra impossibile; il loro mondo risulta impenetrabile.

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