FLA 2023: Festival di Libri e Altrecose

In Abruzzo, nella città natale di Gabriele d’Annunzio, Pescara, da ormai diversi anni si tiene un Festival dedicato alla promozione della cultura: per quattro giorni, nel periodo autunnale va in scena il FLA Festival di Libri e Altrecose.

Quest’anno si è tenuto da giovedì 9 a domenica 12 novembre, con circa 200 appuntamenti tra presentazioni, workshop, talk, reading e spettacoli (qui il programma completo del festival).

Numerosi sono stati gli ospiti presenti a questa edizione, tra i quali i fumettisti Gipi e Fumettibrutti, i giornalisti Cecilia Sala e Christian Raimo, Alessia Piperino, l’attivista Irene Facheris, Diego De Silva con Aldo Vigorito e Stefano Giuliano (il Trio Malinconico), gli scrittori Paolo Di Paolo, Fabio Genovesi, il fotogiornalista Mario Calabresi, la cantautrice Nada e molti altri.

Tra le varie sezioni anche due workshop dedicati alla scrittura tenuti da due docenti d’eccezione per la sezione FLA Academy: la Bottega di scrittura: Palestra di Scrittura poetica e contemporanea con il poeta Vincenzo Costantino “Cinaski” e il workshop ABC della scrittura con lo scrittore Antonio Pascale.

X, Y, Z: Scritture a confronto

È stata curata da Valentina Farinaccio la sezione X, Y, Z: Scritture a confronto dove la curatrice ha presentato testi di donne appartenenti alle sopracitate generazioni X, Y, Z: nella prima giornata la protagonista è stata Nada con il romanzo Come la neve di un giorno. Una visione edito Atlantide, proseguendo nei giorni successivi con le scrittrici Alice Urciuolo, Viola Ardone e Greta Olivo.

Nel pomeriggio di venerdì 10 novembre, nella cornice del Circolo Aternino in piazza Giuseppe Garibaldi, Alice Urciuolo ha presentato il suo ultimo romanzo La verità che ci riguarda pubblicato il 3 ottobre 2023 dalla casa editrice 66thand2nd.

Milena Cervi ha quindici anni quando sua madre Angelica entra nella Chiesa della Verità, un culto nato a Roccanuova, paese tra le montagne della Ciociaria, e presto diffusosi in tutta Italia. Il leader spirituale di questa Chiesa, che molti definiscono una «setta», è Tiziano Valentini, ex impiegato di banca e padre di famiglia. I suoi fedeli giurano che compia opere straordinarie, i suoi detrattori sostengono con uguale convinzione che sia un truffatore. Nel corso del tempo, Milena assiste impotente al cambiamento della madre: Angelica fa continue donazioni in denaro e si mostra sempre più incapace di riconoscere le ambiguità del culto di cui fa parte, mentre suo marito, pur di non separarsi da lei, l’asseconda e spera in un suo ravvedimento. Così, per sfuggire al destino che sembra inghiottire la sua famiglia, a vent’anni Milena decide di trasferirsi a Roma. Qui incontra Emanuele, un uomo più grande di lei nel quale crede di vedere la cifra del suo riscatto. La loro relazione all’inizio si presenta come un perfetto sogno d’amore, ma presto assume i contorni di un rapporto manipolatorio, di un legame tanto più doloroso quanto più difficile da spezzare. Un legame non così diverso da quello che tiene stretta sua madre a Tiziano. Con La verità che ci riguarda Alice Urciuolo racconta l’eredità emotiva che viene trasmessa di madre in figlia e le infinite distorsioni dell’amore.

Dialogando con Valentina Farinaccio l’autrice si è soffermata su molti dei temi toccati nel romanzo: i disturbi alimentari, i rapporti familiari, le distanze fisiche e culturali, il piacere femminile, la fede religiosa.

In particolare Urciuolo si è soffermata sulla morbosità dei rapporti di dipendenza affettiva di vario tipo e sulla pericolosità del loro intrecciarsi trasformandosi in dei nodi quasi impossibili da slegare, spiegando in maniera chiara e precisa tutte le implicazioni psicologiche che entrano in atto.

Tramite la lettura di un brano del romanzo da parte della giovane autrice, ampio spazio è stato dato anche al tema della sofferenza e del dolore che, come da lei sottolineato, non ci rende né soli né speciali, tutt’altro, è una condizione comune ad ogni essere umano: ciò che ci distingue gli uni dagli altri è la capacità di attraversare il dolore e, in qualche modo, renderlo prezioso. Tuttavia poter e saper lavorare sul proprio dolore, sui propri piccoli traumi, non è per chiunque, ma è un privilegio: bisogna ritenersi fortunati se si hanno gli strumenti intellettuali, tempistici ed economici per farlo.

In serata, presso l’Auditorium Petruzzi, si è tenuto l’incontro con la scrittrice napoletana Viola Ardone per la presentazione di Grande Meraviglia uscito il 19 settembre 2023 per Einaudi.

Elba ha il nome di un fiume del Nord: è stata sua madre a sceglierlo. Prima vivevano insieme, in un posto che lei chiama il mezzomondo e che in realtà è un manicomio. Poi la madre è scomparsa e a lei non è rimasto che crescere, compilando il suo Diario dei malanni di mente, e raccontando alle nuove arrivate in reparto dei medici Colavolpe e Lampadina, dell’infermiera Gillette e di Nana la cana. Del suo universo, insomma, il solo che conosce. Almeno finché un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, non si ficca in testa di tirarla fuori dal manicomio, anzi di eliminarli proprio, i manicomi; del resto, è quel che prevede la legge Basaglia, approvata pochi anni prima. Il dottor Meraviglia porta Elba ad abitare in casa sua, come una figlia: l’unica che ha scelto, e grazie alla quale lui, che mai è stato un buon padre, impara il peso e la forza della paternità. Con la sua scrittura intensa, originale, piena di musica, Viola Ardone racconta che l’amore degli altri non dipende mai solo da noi. È questo il suo mistero, ma anche il suo prodigio.

In una sala gremita di fedeli lettori Valentina Farinaccio ha accolto la scrittrice Viola Ardone, sbalordita dalla presenza di un pubblico così vasto e un’accoglienza così calorosa: «Osservando la sala riempirsi così ho pensato “Ma davvero tutta questa gente è venuta qui per ascoltare me?”».

Durante il dialogo con la moderatrice Farinaccio, Ardone ha raccontato diversi punti del romanzo, dalla struttura alle radici storiche, fino al suo legame con i romanzi precedenti (Il treno dei bambini e Oliva Denaro) facenti parte del suo “trittico del Novecento”. Il discorso è stato incentrato sul tema della salute mentale, sui manicomi e sulle strutture post Legge Basaglia, sull’ampiezza del significato di matto nel corso dei decenni fino ai giorni nostri.

Il personaggio di Franco Meraviglia, il medico basagliano presente nel romanzo, è stato osservato anche nelle sue contraddizioni: appassionato nel suo lavoro, valoroso combattente per il diritto di libertà dei micamatti richiusi ingiustificatamente nei manicomi, ma narcisista e incoerente nei rapporti con i suoi famigliari.

Viola Ardone si è inoltre soffermata sul tema dell’infanzia e della gioventù, slegandosi dal discorso principale sul romanzo per raccontare anche la realtà dei suoi studenti e dei giovani d’oggi.

L’incontro si è concluso con la lettura di un brano di Grande Meraviglia e il conseguente applauso della platea entusiasta.

La rassegna X, Y, Z di Valentina Farinaccio si è conclusa poi sabato alle 19:00 con la presentazione di Spilli il romanzo d’esordio di Greta Olivo uscito per Einaudi Supercoralli il 3 ottobre 2023.

Livia cattura il vento: a correre è la più veloce, almeno fino al giorno in cui cade. Ha una famiglia allegra, una migliore amica, due occhi bellissimi, e tutti – proprio tutti – i desideri della sua età. Ma nel suo sguardo esiste un angolo cieco, un buio che la sera può diventare impenetrabile: piccole come spilli, le cose spariscono all’improvviso. Allora non le rimane che giocare d’anticipo, e prendersi tutto quello che può. Certo, ci vuole un po’ di incoscienza (e molta attenzione) per imparare a vivere senza guardare. Ma possiamo sempre scegliere di non arrenderci, da adolescenti come da adulti. Questo vale anche per Livia, che vuole arrivare prima alle gare di atletica, occupare il liceo, andare alle feste, uscire con i ragazzi più grandi: insomma, vuole essere identica alle sue coetanee, e soprattutto vuole essere vista. Ma la sera, quando ogni cosa sprofonda nel buio, a non vedere più niente è lei. Se crescere significa imparare ad accettare i propri punti deboli, la partita per Livia è un po’ più dura che per gli altri. Per prepararla a ciò che le succederà – a ciò che le sta già succedendo – suo padre ha un’idea coraggiosa: ci sarà pure qualcuno che possa mostrarle i passi di questa danza nuova. Emilio è il tutor del centro che l’accoglie, e a un’occhiata distratta sembra vederci benissimo. Sarà lui a insegnarle a vivere senza guardare.

Nella sala del Museo della Genti d’Abruzzo l’autrice esordiente ha raccontato il suo romanzo, la storia dell’adolescente Livia e della malattia degenerativa che colpisce la protagonista, la retinite pigmentosa. Greta Olivo ha spiegato la scelta di questa tematica così complessa e particolare narrando paure ed episodi della sua infanzia, dalla forte miopia di cui è affetta fino alla cecità totale del nonno che l’hanno ispirata a scrivere questo romanzo.

Attraverso la lettura commossa di alcuni brani di Spilli, Olivo ha raccontato della sua ricerca presso un Centro romano in cui persone cieche e ipovedenti vengono aiutate nell’allenarsi a una vita senza possibilità di visione, incontrando persone portatrici della stessa condizione della sua giovane protagonista.

Con Valentina Farinaccio hanno conversato su cosa vuol dire essere giovani esordienti nell’odierno panorama editoriale, essere pubblicati da una casa editrice celebre come l’Einaudi, incontrando giudizi positivi ed entusiasti da parte di critici e scrittori ormai celebri come Teresa Ciabatti e Paolo Giordano.

Greta Olivo ha inoltre raccontato del suo approccio faticoso alla parola scritta, da sempre amata e osservata con estrema riverenza, di conseguenza di quella sorta di incoscienza necessaria che le è servita per iniziare davvero a scrivere.

In conclusione l’autrice ha parlato delle sue letture e dei suoi autori preferiti, tra i quali spicca la scrittrice canadese Miriam Toews in particolare il romanzo I miei piccoli dispiaceri, terminando l’incontro con la lettura dell’incipit di Spilli.

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