Divini Rivali di Rebecca Ross

Divini Rivali (Divine Rivals) è il primo volume della dilogia Letters of enchantment di Rebecca Ross, edito Fazi Editore, della collana Lainya. L’autrice mescola elementi fantasy ad una ambientazione historical regalandoci una storia ricca di pathos che consente ai lettori di calarsi immediatamente nel mondo dei protagonisti, guardandolo attraverso i loro occhi e il loro cuore. L’uscita del secondo volume, intitolato Ruthless Vows, è prevista per dicembre 2023 in lingua originale.

Trama

Mentre una sanguinosa guerra tra divinità infuria nel paese, la diciottenne Iris Winnow cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Il fratello è partito per la guerra e non dà notizie di sé; la madre annega i dispiaceri nell’alcol; il lavoro da giornalista non le dà soddisfazioni. Sogna un futuro in cui la sua scrittura farà la differenza grazie alla promozione a editorialista, ma per ottenerla deve competere con l’affascinante e scontroso Roman Kitt. L’unica valvola di sfogo, per Iris, è la sua macchina da scrivere tramite cui spera di mettersi in contatto con il fratello scomparso. Le lettere che infila sotto al guardaroba, però, finiscono proprio nelle mani di Roman che decide di risponderle anonimamente avviando così un rapporto epistolare. Questo legame inaspettato farà nascere l’attrazione tra i due e li trascinerà nel vivo di un conflitto in grado di decidere le sorti del loro paese e del loro amore.

Due giornalisti rivali uniti da un legame magico intrecceranno per sempre i loro destini attraverso l’inferno della guerra e l’incanto della passione. Si dice che l’amore vinca su tutto, ma può trionfare anche in uno scontro tra divinità?

Fra lettere, guerre e rivalità: un legame che va oltre ogni cosa

But I think there is a magical link between you and me. A bond that not even distance can break.

Questo libro è perfetto per tutti gli amanti dei romanzi di guerra in quanto la battaglia tra le due divinità, Enva e Dacre, sarà inizialmente sullo sfondo della storia, incorniciandola come un quadro, e in seguito diventerà un elemento preponderante più vivido e crudo. Inoltre, si tratta anche di un romanzo epistolare, poiché i due protagonisti impareranno a conoscersi nel profondo attraverso uno scambio particolare di lettere. Delle lettere che diventano un tramite per mettersi a nudo, un ponte che unisce due anime, in cui traspariranno i sentimenti più profondi dei protagonisti, le loro paure, insicurezze e fragilità.

Troviamo anche un pizzico di magia che rende il romanzo fantasy, ma non troppo. Infatti, in questo primo libro la componente fantasy è ridotta al minimo, rimane un contorno, così come il world-building è tracciato in maniera essenziale e concisa. La storia si focalizza sui due personaggi principali e sul loro percorso interiore, restando centrata sulla loro personale storia e i legami che intrecciano fra loro e con gli altri.

Tra i molti ingredienti del romanzo c’è anche quello legato al trope enemies-to-lovers: Iris e Roman sono inizialmente due giornalisti rivali che aspirano al ruolo di editorialista per ragioni molto diverse fra loro, e si contendono il posto quotidianamente tra sfide e battutine, punzecchiandosi a vicenda. Ma, grazie al legame epistolare che li unirà per tutto l’arco narrativo, saranno in grado di evolvere, e mettersi a nudo, facendo cadere ogni tipo di maschera, in un modo intimo, profondo e toccante.

Guerra interiore e guerra sul campo

I love the words I write until I soon realize how much I hate them, as if I am destined to always be at war within myself.

Durante tutto l’arco narrativo traspare il binomio guerra interiore-guerra sul campo. La storia si apre, infatti, su un momento particolarmente complicato e delicato delle vite dei protagonisti, non soltanto per via delle difficoltà legate alla guerra, ma anche per via del contesto lavorativo e delle iniziali rivalità interne, dei loro conflitti interiori e dei rapporti con i familiari. Iris e Roman si troveranno ad affrontare dinamiche familiari e lavorative che li favoriranno e penalizzeranno proprio in base alla loro estrazione sociale, in una sequela di successi e fallimenti, perdite e dolore, che li porteranno a mettersi in continua discussione, conducendoli gradualmente verso nuove consapevolezze di sé e degli altri.

In primis, si scontreranno proprio con la realtà quotidiana legata al lavoro e alla famiglia, poi vivranno direttamente sulla loro pelle l’orrore della guerra, la disperazione, le angosce e il dolore del fronte e delle cittadine limitrofe. Per vari motivi, infatti, Roman e Iris si troveranno coinvolti in prima persona nella guerra: non combatteranno con le armi, ma useranno le parole per raccontare gli orrori del fronte, le tragedie, le perdite, e il dolore di una battaglia fra dei, che ha convinto migliaia di uomini a combattere spinti da una leggenda di vendetta divina. Una guerra che divide le famiglie, distrugge città, speranze e vite, capovolgendo ogni ordine naturale e cambiando per sempre anime e cuori.

L’unica arma impossibile da distruggere è l’amore, che i protagonisti scopriranno personalmente: una forza così potente che sconfigge anche la morte, il concetto stesso di tempo, i confini e le paure, senza pretendere nulla, se non di aprire i propri cuori e far scivolare via le corazze costruite dal dolore e dalle aspettative altrui. Vi è quindi un percorso di crescita molto forte e marcato per entrambi, in cui si troveranno ad affrontare scelte complesse che segneranno inevitabilmente il loro futuro.

Considerazioni finali

I think we all wear armor. I think those who don’t are fools, risking the pain of being wounded by the sharp edges of the world, over and over again. But if I’ve learned anything from those fools, it is that to be vulnerable is a strength most of us fear. It takes courage to let down your armor, to welcome people to see you as you are.

Con uno stile fresco, scorrevole e piacevolmente delizioso, l’autrice delinea personaggi di spessore, ben caratterizzati, fatti di luce e di ombra, con le loro fragilità e debolezze, ma anche con la determinazione e la forza di affrontarle e superarle. Viene quindi sottolineato il lato umano, ciò che ci rende perfetti nelle nostre imperfezioni, e l’importanza di costruire legami che non possono essere spezzati da niente e nessuno, neanche dalla guerra, o da divinità crudeli e capricciose. I legami diventano quindi una parte centrale del romanzo, un’ancora di salvezza e di crescita, un fiore che sboccia nel deserto. Esattamente come l’Iris, simbolo di speranza, saggezza, amicizia e fiducia, che veniva considerato un messaggero degli dei, un’arcobaleno che annunciava il ritorno del sole dopo la tempesta, dopo il dolore, la perdita e l’orrore della guerra.

Divini rivali è quindi un romanzo fantasy forte, impetuoso e travolgente, che racconta della guerra e dell’amore in maniera concreta, senza ornamenti inutili, con uno stile semplice, ma allo stesso tempo potente ed evocativo.

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